La formazione on line è una straordinaria opportunità per fare formazione continua, a basso costo, a un numero potenzialmente elevatissimo di utenti. Ma questa modalità di istruzione, al contrario di quanto avviene troppo spesso, deve essere capace, rispetto alla formazione d’aula, di una grande innovazione nelle modalità progettuali ed erogative e di una forte conferma nei principi e negli obiettivi.
Partiamo da questo secondo punto: fare formazione on line significa appunto fare formazione, e cioè intervenire non soltanto sulle conoscenze – il “sapere” – dell’utente, ma anche sulle sue capacità e competenze – il “saper fare” – e spesso anche sul “saper essere” e cioè i comportamenti, le aspettative, le motivazioni.
La formazione, lo ricordiamo, è un processo di cambiamento sistemico. Formare non vuol dire semplicemente intervenire sulle conoscenze, formazione non è istruzione procedurale, ma è appunto processo di cambiamento che coinvolge il sistema su cui va a agire. La formazione dentro le organizzazioni, in particolare, è un processo che interseca il cambiamento organizzativo, e quindi va progettata in relazione a questo cambiamento.
Progettare la formazione vuol dunque dire progettare un processo che coinvolge non solo le professionalità, ma che ha impatto sull’intero sistema organizzativo: sistema informativo, procedure, sistema premiante, organigramma.
Il progettista di formazione è un consulente di organizzazione, e in particolar modo, dell’impatto che le professionalità hanno sul sistema organizzativo.
Questo vale per i progettisti interni all’organizzazione, che interagiscono con le diverse funzioni organizzative, definendo i fabbisogni di formazione in relazione ai fabbisogni formativi. E lo stesso vale per i consulenti esterni, che negoziano e progettano in un processo che è di ridefinizione degli obiettivi didattici rispetto agli obiettivi organizzativi.
La vecchia distinzione tra addestramento – relativo all’apprendimento di procedure formalizzate – e formazione – che interviene su processi complessi che coinvolgono i comportamenti – non ha senso in questa ottica. Qualsiasi tipo di processo di apprendimento trova senso solo nella relazione tra professionalità e sistema organizzativo.
Il processo di progettazione deve partire dunque dall’analisi dei bisogni: progettare vuol dire dare risposta sistematica e coerente a un bisogno emerso ed esplicito.
Progettare formazione significa dunque costruire un processo che parte dai fabbisogni e che individua i diversi passaggi per arrivare alla valutazione della formazione, che, in questa ottica, è a sua volta un processo che non si conclude con la conclusione della fase di docenza, ma che investe i cambiamenti effettivi e nel tempo che la formazione ha segnato.
Il processo di progettazione è comunque un’attività non lineare, ma a feed-back, in cui le diverse fasi non si susseguono in modo rigido, ma in cui a ogni fase segue una rivisitazione anche delle fasi precedenti.
In fase progettuale, le conseguenze di questa concezione sistemica della formazione, implicano che il progetto formativo sia costruito secondo i principi che, brevemente elenchiamo:
- Saper motivare all’apprendimento;
- Alternare teoria e pratica, contenuti ed esercitazioni;
- Lavorare sul concreto oltre che sull’astratto, sulle capacità induttive, specialmente nel caso di adulti che lavorano;
- Fornire sostegno sia dal punto di vista dei contenuti – far capire che si sta seguendo una strada corretta – sia da quello emotivo – aiutare, sorreggere, assistere chi sta apprendendo.
- Introdurre elementi di riflessione, ma anche di gioco: non aver paura della fatica nell’apprendimento, ma nemmeno del divertimento nella conoscenza.
- Consentire all’utente di costruirsi un suo senso, e un suo percorso, in quello che apprende;
- Incentivare il confronto, l’apprendimento in gruppo, la libertà di conoscenza.
La maggior parte dei corsi di formazione in e-learning che circolano sul mercato è invece costruita con una sequenza rigida di contenuti, resa più o meno gradevole dalla multimedialità, inframmezzata da test di verifica dell’apprendimento. È inevitabile che questa modalità di istruzione non abbia avuto, e non possa avere, successo. Il metodo meno efficace per ottenere che qualcuno impari è sottoporlo a un flusso unidirezionale di informazioni. L’apprendimento è invece un fenomeno:
- Attivo, perché è il discente che costruisce nella propria mente un modello (un’idea, un concetto, una visione del mondo, ecc.) non il docente che lo trasmette.
- Autonomo, perché dall’esterno è possibile stimolarlo ma non determinarne l’esito;
- Che non avviene nel vuoto, ma procede trasformando modelli mentali preesistenti.
Tutti questi elementi possono e debbono essere confermati con la formazione on line, che, da questo punto di vista non comporta differenze con la formazione tradizionale, anzi, per alcuni aspetti può addirittura essere più efficace. Ma questo accade se si lavora conoscendo e valorizzando le caratteristiche della comunicazione in rete, se le metodologie di comunicazione si adeguano alle opportunità e ai vincoli dell’on line.
Metodologie didattiche: parliamo di e-learning